Lo stile italiano in una parola: quale?
Questa volta abbiamo una sfida da proporvi.
Posto che il nostro è un paese dalle più svariate tradizioni culturali e stilistiche...
Come definireste lo stile tipicamente italiano in una parola? Pronti...via!
Siamo curiosi di leggere le vostre risposte! (valgono anche le immagini)
Comments (88)
RAIMONDO MASU TEAM
7 years agolast modified: 7 years agoalessandro aloni lei pone una doppia questione sia come osservatore dello stato dell'arte, sia, in quanto medico , per alcuni effetti ne è direttamente coinvolta la sua specializzazione, penso qui agli incidenti domestici, o ai malanni per posture o insalubrità dei luoghi d'uso. Lo fa da una posizione da non addetto ai lavori, ma solo apparentemente, e questo ci indetermina. Condivido il"terrificante" occupandomi di Patologie in rapporto all'uso dello spazio, e ritenendo che lo spazio crei assuefazione e dipendenze. Per questo me ne occupo molto spesso, offrendo anche consulenze gratuite , riconoscendo in questo, impegno sociale dovuto alla mia specializzazione, in quanto le ricadute sul sociale possono essere gravi.
Siamo andati fuori tema?, penso di no, ma per interagire
con il suo post vorrei muovermi su due piani.Il primo .
La sua risposta al quesito e le successive
argomentazioni(al di la delle provocazione che a potrebbe non esserci),
sono in perfetto stile italiano, a nessuno che sta dentro
uno degli altri stili citati,(lo vediamo in parte nel post germanico),
infatti, sarebbe venuto in mente di far ricorso alla “fenomenologia”. Lei lo ha
fatto perche ha una cultura classica.
Lei lo ha fatto perche, come dice
Viviana Severini .
project , tiene conto del contesto. La differenza è
proprio quella Cultura che attraverso innumerevoli approdi , per quanto riguarda noi , è arrivata
negli anni ‘50, anche per quel maniaco di Lucio Fontana(per via dei buchi e tagli
naturalmente) e la moplen e Testa…, a riconsiderare nei nuovi rapporti con la tecnologia gli accessi
al sapere anche per individui che fino ad allora ne erano stati
esclusi. Tutte le “arti”, per onesta
complice il testo di Benjamin sulla
riproducibilità, per effetto della loro capacità di trasformazione, sono
entrate in risonanza. Il risultato è ciò di cui stiamo tentando di argomentare.Non lo sapevano allora e non lo abbiamo intuito neanche noi negli anni ’70 che si stava
preparando una nuova guerra dove si
poteva solo vincere a condizione che ci
fosse qualcuno a perdere (e cosi siamo
diventati tutti venditori anche nella nostra capacità di acquisto, le community, secondo me, ne sono un esempio). Ora il suo “noiosa” ha un merito fra i tanti, ci sta avvertendo che ci stiamo svuotando , considerandola zavorra, della nostra Cultura , che stiamo ritenendo superfluo ricorrere al ragionare, e al tener
conto del contesto. Se prima era una precondizione , ora è un vago concetto. I nostri atti di
volontà sembrano fermarsi nello sfogliare un catalogo o fare una ricerca su
internet . La ricerca e lo studio individuale sembra dover essere più simile al
gioco
“moscacieca” che non azioni rivolte alla conoscenza.Il secondo. Solo per
il riferimento a Ikea. (la prendo un po alla lontana…)Gli individui si
sono raggruppati, inventando le specializzazioni, per rendere più efficaci
le loro azioni con unico scopo l’autoconservazione. Quando
le risorse non bastano, prima il ricorso alla tecnologia, poi le guerre
e poi ancora costruivano imperi… In
questo processo, secondo me, si è
sviluppata una prassi. Nei gruppi molto grossi il potere creò i poveri,
ovvero preservo le condizioni miserevoli
(agendo proprio sulla cultura) per sottrarre loro risorse a beneficio di pochi. Quel che penso, proprio partendo dalla sua chiusa, che ikea sia una delle sentinelle che, offrendo miraggi a poco prezzo , sa garantire
ricchezza a pochi. Non si può superare quella
linea ma d’altra parte chi ne avrebbe il
tempo … ci sono troppi cataloghi da guardare …e vissero
tutti felici e contenti, ….(e noi che c’è la meniamo qui con il saper fare dei
nostri artigiani e di noi stessi…rido!!!)PS forse è
la parola stile che mal si accompagna ...Viviana Severini
7 years ago....ahahah...che piega ha preso una semplice domanda...come definiresti lo stile italiano in una parola...chissà se Elena lo avrebbe immaginato...
Interessante però perché il molteplice è sintomo di vivacità intellettuale....e secondo me...anche questo è "stile italiano"...ma magari sbaglio.
Abbiamo scomodato parecchi livelli dello scibile in una discussione che sembrava semplice....chissà in quanti altri paesi si potrebbe fare lo stesso? ...forse tutti....forse.....solo in Italia? Ecco perché l'aggettivo "noioso" diventa uno strano accostamento per una materia che apre la mente a questo tipo di considerazioni....anche se ne ho capito il senso e intuito la prospettiva...ma sinceramente per me è solo un ulteriore stimolo...-OFFICINE VITTORIO COLOMBO SAS
7 years agoPerché dobbiamo sempre buttarci giù e non valorizzare invece il tanto che abbiamo? Se all' estero hanno una fontanella te la vendono per la migliore delle opere realizzate da Madre Natura in persona. Siamo più considerati all'estero che in patria. Abbiamo tanto ma poi non sappiamo valorizzarlo. Non mi soffermerei al noioso. Allora mi chiedo: qual'è lo stile non noioso. L'italiano viene riconosciuto x i dettagli, per gli accostamenti, per il gusto e per la qualità! L'Italia è tanto varia regione x regione, come per il cibo e per i paesaggi e il clima, ma in tutto ciò io vedo armonia. Ciò che è armonico è noioso? Dobbiamo lasciare che tutto sia riconducibile al caos? Anche la natura crea armonia: la bellezza di una farfalla, la perfezione di un'orchidea, la varietá dei colori del cielo, la forma e i colori di una barriera corallina? Viva l'armonia e W l'Italia e il suo Saperfare!!!alessandro aloni
7 years ago@ Raimondo Masu: ci crede che non ho capito una beatissima m....azza del suo post? Fontana? Patologia? Non ci arrivo proprio! Sarà che a furia di occuparmi di meccanismi di trasporto del ferro e di mielodisplasie mi si sono atrofizzati i dendriti e la mia cultura classica, peraltro inesistente, é andata definitivamente alle cozze. Il piano di lettura di un oggetto è semplice: bello/brutto. In un momento storico in cui tutto viene frullato e riciclato, le sovrastrutture culturali, cioè quelle cose che ci fanno dire che una cosa fa schifo anche se é bellissima e viceversa non hanno più senso. Papa non avrebbe motivo a criticare il relativismo se questo non fosse il vero marchio culturale del nuovo millennio. Non vorremo mica mettere in discussione il dogma dell'infallibilità del Pontefice? Il mio accenno all'ikea stava solo a indicare che non c'è solo l'Italia a fare arredamento. Anzi. Lo stile Ikea vende più e meglio di quello italiano, i cui confini, a questo punto non riesco più a distinguere da quelli dell'autocelebrazione.
PS: ora la smetto...scusate..Fonte del Rustico
7 years agoLo Stile Italiano è la più bella Poesia di tutti i Tempi! Una Poesia di Qualità infinita, di una Bellezza unica e intrigante... E che nessuno mai avrà!
Piero
RAIMONDO MASU TEAM
7 years agoalessandro aloni, come progettista superai il dualismo bello-brutto al quarto ceffone del mio maestro, ero al primo anno di università. Per il resto capisco le sue ragioni. Ebbe a dire un grande fisico , spesso noi cosi immersi nello specialismo non ci accorgiamo che ciò che abbiamo scoperto lo possiamo applicare, anche noi, nel quotidiano.
...grazie per l'approfondimento, ora la smetto...scusate..
Fabiola Vitale
7 years agoCaldo, accogliente, famigliare e pieno di stile insuperabile e inconfondibile.
Tommaso Giunchi Architetti
7 years agoAggiungo la mia visione, ciò che ci distingue nettamente dagli altri paesi e' la cultura, la storia, il nostro passato glorioso e stupefacente, che ci portiamo dentro e secondo me traspare ancora oggi nell'architettura e nel design e in tutte le altre arti. Abbiamo avuto grandi, grandissimi maestri nei vari mestieri che oggi sono i nostri riferimenti o comunque rimangono nel background culturale e ci aiutano a continuare la tradizione italiana e a distinguerci dagli altri.Elena Saracino
Original Author7 years agoViviana Severini . project hai ragione, non me lo sarei mai immaginato. Questo dibattito così articolato mi sorprende piacevolmente. Su una cosa, tuttavia, possiamo tutti quanti concordare mi pare : lo stile italiano può essere definito in svariati modi, tranne uno: "sintetico" :)
lamiki
7 years agolast modified: 7 years agolo stile italiano è molto variegato, pieno di sfumature.. è quindi impossibile descriverlo con una parola unica..
Dovendo scegliere per forza, penso a "familiare": impossibile non sentire il calore di casa!
Elena Saracino thanked lamikistudiodonizelli
7 years agolast modified: 7 years agoalessandro aloni intervengo solo ora per via del fatto che ero all'estero per lavoro e non ho avuto il tempo di seguire houzz se non tra uno spostamento e l'altro...
Dalla sua risposta capisco meglio il significato di quel "noioso" che attribuirebbe allo "stile italiano". Di fatto lei non si riferisce allo "stile italiano" o, come lo definiscono all'estero all'"Italian Style", bensi ad altro. Infatti lei scrive (cito) "Se come "stile italiano" si intende quel che si vede nelle case degli italiani forse avrei dovuto scrivere "terrificante". No, quello non è "stile", quello è forse uso e consuetudine, magari anche "moda", ma non stile, e soprattutto non è quello che viene definito Stile Italiano, quantomeno nell'ambito dell'architettura e del design. Oltretutto da uomo di scienza come lei si definisce, capirà bene che ci sarebbe anche da disquisire sui numeri: quante "case degli italiani" ha visto tanto da creare un caso statistico così rilevante da descrivere un fenomeno?
Non entro in merito ai suoi gusti personali che ovviamente rispetto, le faccio solo notare che il suo ideabook non ha un mood poi così lontano da alcuni progetti ed idee che si sfogliano su riviste che lei addita come il regno incontrastato del "noioso" e " privo di vita".
Per ultimo IKEA, azienda che produce (commercia) oggetti, tappeti, componenti di arredo, sanitari, pavimentazioni, lampadine, piante e fiori, accessori per bagno/cucina oggettistica per la casa E mobili a prezzi low cost con un design spesso accattivante. Un pò difficile accostare un brand di questo genere che punta ad un target massificato a, che so io, Cassina, Giorgetti, Edra, Molteni, Cappellini o Rimadesio... tanto per citarne a caso qualcuno tra i più conosciuti! Ikea ha il merito di aver dato forma e carattere al low cost, grande cosa, se non ci fosse bisognerebbe inventarla ma, mi conceda la battuta, un pò azzardato accostare sul piano dello stile la libreria VITTSJÖ IKEA con la Infinito di Albini prodotta da Cassina!
Nell'ambito dell'abbigliamento anche Zara (per non citare i colossi cinesi del low cost) ha fatturati da favola, ma non credo sia accostabile a Gucci, Bottega Veneta, Prada, Armani, D&G... fino ad arrivare ai grandi sarti della tradizione italiana, sicuramente insignificanti se paragonati ai fatturati della grande distribuzione low cost, ma non per questo privi di carattere e grande qualità. Poi, ovviamente ognuno è libero di scegliere tra le appenderie di Zara o tra quelle degli oriental mall... ma non confondiamo!
Claudia Schiera
7 years agolast modified: 7 years agoAnche io la penso come Alessandro Battiston. Senza tempo! Il vero stile italiano è senza tempo. Esistono delle caratteristiche inequivocabili che caratterizzano le case italiane, queste prescindono completamente dal tempo e dagli arredi con cui si sceglie di arredare. Lo chiamerei gusto italiano.
Dibiesse Cucine
7 years agoStiloso, innovativo, leader, geniale, estroso, mai banale, poetico, equilibrato, armonioso.
Elisabetta Caldara
7 years agoINCONFONDIBILE, per eleganza , sobrietà , ricerca del particolare sempre azzeccata a pieno , non cambierei non nessuno stile del mondo !
E concordo con un commento precedente , che tutto questo lo dobbiamo anche ai nostri bravissimi artigiani !!
Lauro Ghedini And Partners
7 years agonon Ti avevo letto , qui si vede che l'italianità è amata, il senso di patria professionale mi par molto sentito Michele.Tirem Innanz...
Bartolomeo Fiorillo
7 years agoIo mi permetto di usare una sola parola, forse per tanti banale e scontata, ma se guardo alla storia pensando all'architettura italiana, al design che tanto ha fatto è che ancora ci rappresenta in tutto il mondo, la parola che meglio rappresenta lo stile italiano è: CREATIVITÀ.
User
7 years agoLo stile italiano attualmente è fruibile di tutti gli stili..ma ha un cuore classico.
Rachele Biancalani Studio
7 years agoLo stile italiano in una sola parola? SEMPLICITA'! ...e per me la semplicitá rappresenta la perfezione!
User
7 years agoRachele l'italiano per evoluzione storica era ed è un grande individualista da qui la genialità riconusciuta nei vari settori .La semplicità non si accorda.
Rachele Biancalani Studio
7 years agoSara non sono affatto d'accordo... per fare le cose SEMPLICI bisogna essere GENIALI E CREATIVI. Semplice non significa sempliciotto o banale. Brunelleschi era un minimalista per I suoi tempi! La scuola fiorentina era così
User
7 years agosempliciotto è il dispregiativo di semplice non so cosa le ha potuto dare questa idea che non avevo
MakeUpYourHouse di Monica Taroni
7 years agoposto che l' Italia e' stretta e lunga e molto aperta (per fortuna) a contaminazioni....dico: INGEGNOSO (vale in realtà per tutte le nostre "arti").
Non posso non aggiungere un tassello a quello che e' stato detto su ikea, che per quanto riguarda "il nostro stile" appartiene più alle contaminazioni, dovute anche al non saper identificare e riprodurre uno stile preciso, ma che in parte giustifica il mio "ingegnoso": negli ultimi anni ikea ha spostato molte delle sue produzioni in Italia....User
7 years agoAggiungo un altro tassello.. se la smettessimo di giustificarci avremmo la nostra identità. Contaminazioni o no è la nostra cultura.
Showroom Le Porte
7 years agoÈ versatile, come la nostra terra, non ostenta ma cerca la misura, sa essere classico senza tempo ed Elegantemente essenziale.
RAIMONDO MASU TEAM
7 years agodopo questo lungo excursus, e dopo aver espresso anche il mio punto di vista...mi chiedo: " ma esiste ancora lo stile italiano?
Showroom Le Porte
7 years agolast modified: 7 years agoIl fatto è che è facile confondere quello che è il design ed prodotto italiano d'arredo che è molto ambito e apprezzato nel mondo con ciò che caratterizza invece una atmosfera. Se penso alla Francia La mia immaginazione va al provenzale, agli stucchi, al decapè, se penso all'Inghilterra penso allo stile vittoriano, se penso alla Russia mi viene in mente il damascato, l'oro ... Se penso alla Grecia vedo persiane azzurre e pareti bianche con buganvillee che incorniciano le finestre, Anche se poi in queste nazioni la modernità è pienamente entrata a sconvolgere gusti e stili. Quindi se fossi straniera e dovessi riconoscere una casa italiana tra mille foto andrei sul classico con scorcio colline toscane... Anche se poi in realtà solo una poca fortunata platea se lo può realmente godere....
Studio Alfa & Grigiomateria srls
7 years agoEquilibrato. La tradizione italiana è fondata sulla visione compositiva dello spazio. L'equilibrio in tutte le sue varianti contraddistingue il nostro linguaggio.Studio Alfa & Grigiomateria srls
7 years agoQuant'è la pena prevista dal codice civile per l'uso della parola "stiloso" ? Sono ancora sotto choc.
Liadesign